L’implantologia dentale è la branca dell’odontoiatria che si occupa della sostituzione dei denti mancanti per mezzo di dispositivi in titanio. Negli ultimi decenni la terapia implantare è sempre più diffusa e con indubbi vantaggi per il paziente; oltre a richiedere una corretta esecuzione, necessita anche di un’adeguata valutazione preoperatoria da parte del clinico, perché sia efficace e sicura per il paziente e per il successo a lungo termine degli impianti.
Poiché se ne parla tanto, abbiamo deciso di riportarvi le domande più ricorrenti con le relative risposte.
Come è fatto un impianto dentale?
Un impianto dentale è una radice artificiale in titanio in grado di sostituire uno o più denti persi. Attraverso l’applicazione di una protesi fissa, consente di riprodurre alla perfezione l’estetica e la funzione di un dente naturale.
Quanti tipi di implantologia esistono?
• Implantologia tradizionale: consiste nell’inserimento di uno o più impianti e solo dopo un periodo di guarigione necessario per l’incorporazione dell’impianto all’osso (osteointegrazione), consente l’applicazione di una corona protesica provvisoria e successivamente definitiva.
• Implantologia a carico immediato: permette di inserire l’impianto dentale e, nella stessa seduta, o entro poche ore dalla chirurgia, posizionare una protesi provvisoria.
• Implantologia computer guidata: è una tecnica innovativa che prevede l’utilizzo del computer per l’inserimento chirurgico degli impianti. Attraverso un’accurata pianificazione al computer eseguita dall’odontoiatra viene elaborata, con tecnica CAD-CAM, una guida chirurgica che consente al clinico l’inserimento degli impianti nella posizione programmata virtualmente. Ciò con il vantaggio di ridurre i tempi di esecuzione della fase chirurgica, (a fronte di un aumento dei tempi della fase di programmazione) e, nei casi indicati, di una riduzione della invasività complessiva dell’intervento chirurgico.
• Implantologia su 4 o 6 impianti: questa tecnica prevede l’inserimento di una protesi unica per tutta l’arcata (con almeno 12 denti) utilizzando solamente 4 o 6 impianti dentali attraverso una procedura a carico immediato e spesso eseguita con tecnica computer guidata.
Posso essere allergico all’impianto dentale?
Assolutamente no. Gli impianti dentali sono realizzati in titanio, materiale anallergico.
Quanto dura l’impianto dentale?
Sono diversi i fattori in grado di condizionare il successo a lungo termine dell’impianto dentale.
Fondamentale, ancor prima della fase chirurgica di inserimento implantare, è la valutazione del paziente da parte del clinico per escludere eventuali fattori di rischio per gli impianti come il fumo di sigaretta, il diabete scompensato, la parodontite non trattata. In presenza di questi fattori si riducono drasticamente le percentuali di successo a lungo termine degli impianti che pertanto sono sconsigliati.
In secondo luogo è cruciale la corretta pianificazione ed esecuzione della terapia da parte del clinico. Per ultimo è necessario che il paziente, una volta completata la terapia attiva, venga seguito in maniera organizzata e strutturata con la terapia parodontale-implantare di supporto, con sedute di igiene professionali e visite di controllo periodiche che riducono il rischio di complicanze biologiche intorno agli impianti (mucositi e perimplantiti) e consentono di intercettare eventuali complicanze meccaniche delle protesi sugli impianti.
Se queste condizioni vengono rispettate, gli studi clinci presenti in letteratura internazionale indicano percentuali di sopravvivenza degli impianti a 30 anni di oltre il 90%!
L’inserimento di un impianto dentale è una procedura dolorosa?
Nella maggioranza dei casi l’intervento di implantologia comporta un decorso postoperatorio di scarso impatto sotto forma di leggero fastidio risolvibile con analgesici per 1-3 giorni; in qualche caso si può registrare un lieve edema (gonfiore) dopo 1-2 giorni e comunque, a parte situazioni particolari di terapia più avanzata, non è necessario l’interruzione della propria attività lavorativa.
Quanto costa l’impianto dentale?
Per rispondere a questa domanda è fondamentale sottoporsi ad una visita odontoiatrica che deve valutare nell’insieme la situazione dei denti e delle gengive, oltre che i fattori di rischio del paziente eventualmente presenti. Per una corretta diagnosi e programmazione sono spesso necessari altri esami come foto intraorali, radiografie e modelli di studio, cerature di analisi.
La diagnosi rappresenta un momento cruciale per la buona riuscita dell’intervento e per una valutazione economica.
Sono molti i fattori a incidere sul preventivo finale: la quantità di osso residuo, la necessità di interventi di rigenerazione ossea o di incremento dei tessuti gengivali intorno agli impianti, l’entità dell’edentulia, il tipo di soluzione protesica provvisoria e definitiva.
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